Notizie13.06.2019

Consorzio Casalasco del Pomodoro: nel piacentino parte la sperimentazione per la difesa biologica al ragnetto rosso

Al via la sperimentazione per il controllo e l’eliminazione progressiva della popolazione di ragnetto rosso.

Consorzio Casalasco del Pomodoro: nel piacentino parte la sperimentazione per la difesa biologica al ragnetto rosso

Gli agronomi del Consorzio Casalasco del Pomodoro coadiuvati dalla Bioplanet di Cesena (FC), azienda che alleva insetti e acari utilizzati nella difesa in agricoltura biologica, dalle ditte Buoli Attilio snc di Gussola (CR) e Aermatica3D di Colverde (CO) che hanno fornito il drone e l’attrezzatura per il lancio degli insetti e da Marco Zambelli, Consulente di Aermatica e Tecnico del Consorzio Agrario dell’Emilia, hanno dato il via alla sperimentazione per il controllo e l’eliminazione progressiva della popolazione di ragnetto rosso.

Il ragnetto rosso (Tetranychus Urticae) è un acaro estremamente piccolo ma che provoca danni enormi ed è particolarmente prolifico. Attacca le foglie che di conseguenza non “sostengono” più il pomodoro, provocando la morte della pianta. Nella scorsa campagna si è diffuso maggiormente nella zona a sud di Piacenza e estendendosi anche nei terreni del parmense, del ferrarese e di Alessandria.

La sperimentazione, effettuata su un appezzamento di circa tre ettari di un socio del Consorzio Casalasco del Pomodoro a Rivergaro (PC), si è svolta con un primo lancio da drone di centinaia di migliaia di fitosedi di una unica tipologia su metà porzione di terreno, mentre sull’altra metà sono stati lanciati sempre da drone diverse tipologie di fitoseidi a pieno campo.

L’appezzamento di terreno sarà quindi monitorato settimanalmente attraverso il drone dotato di fotocamera multispettrale e gli agronomi del Consorzio Casalasco valuteranno eventuali ulteriori lanci di fotoseidi.

L’intento del Consorzio Casalasco del Pomodoro è quello di sostituire la lotta convenzionale con una difesa biologica, che possa essere estesa a tutte le aziende agricole coinvolte, ottenendo anche una notevole riduzione dell’impronta carbonica (carbon footprint) per un minor utilizzo di mezzi agricoli e quindi con un minor impatto ambientale a tutela ulteriore della biodiversità.